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ALLA TAVOLA DELLA PRINCIPESSA COSTANZA-RIEVOCAZIONE STORICA A TEGGIANO 11/12/13 AGOSTO

2022-07-07 19:58

Anthony Gerardo Giuliano

Notizie,

ALLA TAVOLA DELLA PRINCIPESSA COSTANZA-RIEVOCAZIONE STORICA A TEGGIANO 11/12/13 AGOSTO

TEGGIANO- TRADIZIONI E STORIANel 1480 Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e Signore di Diano sposa Costanza, figlia di Federico da Montefeltro,

TEGGIANO- TRADIZIONI E STORIA

 

Nel 1480 Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e Signore di Diano sposa Costanza, figlia di Federico da Montefeltro, il grande Duca di Urbino.

In ricordo di questo avvenimento, per riviverne i fasti e la magnificenza, la Pro Loco di Teggiano, ogni anno, organizza questa festa medioevale di metà agosto.

È una occasione unica per poter godere di tutto il patrimonio artistico e culturale di Teggiano visto che in tutti i monumenti, contemporaneamente aperti per l'occasione, sono possibili visite guidate.

Accompagnati da sbandieratori e tamburini, allietati dal suono melodioso e accattivante dei musici, distratti dai vari spettacoli allestiti da numerosi giocolieri, menestrelli, mangiafuoco si possono godere, lungo il percorso appositamente prestabilito, le delizie di pietanze sapientemente imbandite nelle Taverne.

Si comincia con la Taverna della Congiura dove si assaporano salsiccia, salame et cacio fresco, prelibati prodotti del luogo.

Così succulenti sono senz'altro i parmatieddi da gustare presso la Taverna dei Mori o i cavatieddi et fasuli co la porva piatto della Taverna Antica.

In un continuo via vai di gente intenta a leccarsi i baffi si arriva poi alla Taverna dell'Assedio dove si viene letteralmente aggrediti dalla fragranza della salsiccia de porco in su la brace et provola rostita, per passare poi alla Taverna della Vecchia Porta con i succulenti civiere de cinghiale o de agnello.

L'itinerario ha il suo dolce epilogo presso la Taverna de lo Falco dove si trovano bicchinotto, tunnuliddo et coronetta et pizzichino a volontà.

Una tre giorni artistico-gastronomica nella Diano medioevale dei Principi Sanseverino, indomabili Signori del sito, fervidi e arditi sostenitori degli Angioini, nonché fieri avversari degli odiati Aragonesi di Napoli.

La manifestazione di agosto '98 ha avuto una vasta eco sia di stampa che di pubblico. È stato calcolato che nei tre giorni sono circolate per il Centro Storico di Teggiano non meno di 50.000/60.000 persone provenienti la maggior parte dal napoletano e soprattutto dalla zona costiera, attirate da una buona campagna pubblicitaria basata su:

frequenti annunci radiofonici di emittenti private (con un bacino d'utenza che copre la Campania, la Basilicata e la Calabria);

un buon materiale cartaceo (manifesti, locandine, brochure, volantini);

pubblicità su quotidiani a tiratura nazionale;

numerosi articoli su riviste specializzate (MEDIOEVO, CAMPANIA FELIX, QUI TOURING, GENTE VIAGGI, ALPITOUR) e quotidiani (La Repubblica, Il Mattino, Il Sole 24 ORE, Il Corriere della Sera, La Città).

Ma il veicolo pubblicitario più efficace e trascinante è risultato il passa-parola effettuato da chi, presente alla precedente edizione, ha trasmesso con entusiastico slancio l'emozione ricevuta per essere stato calato perfettamente nell'atmosfera medioevale.

La qualità e la valenza turistica della manifestazione è stata sottolineata anche da un servizio filmato che la RAI ha trasmesso nel TG3 e con un servizio su RAI INTERNATIONAL.

Sulla scia di questi risultati tanto più esaltanti in quanto raggiunti in appena cinque edizioni, per le edizioni future è stato stilato un progetto che prevede l'ampliamento del Corteo Storico con la creazione di nuovi costumi d'epoca, la realizzazione di un gruppo di Danza Medioevale e Musici, la ricostruzione fedele di arti e mestieri, messa in scena lungo tutto il percorso di spettacoli di sicura valenza medioevale per creare il clima adatto,l'allestimento su tutto l'itinerario di scenografie medioevali e una ancor più diffusa campagna pubblicitaria.

Il risultato più significativo è l'essere riusciti a ricreare l'atmosfera ed il clima di un tempo.

Passeggiando per il centro storico si ha l'impressione di tornare indietro nel tempo e di vivere come in un film.

Questa sensazione è ulteriormente accresciuta dalla introduzione dell'uso della moneta del XV secolo.

Passando per la Banca di Cambio, posta all'inizio del percorso, si potranno usare per ogni tipo di acquisto nelle taverne, al mercato ed in tutto il centro storico ducati, tarì e tornesi riconiati secondo gli antichi disegni.

Al fine, poi, di studiare a fondo le nostre radici è stato preparato un progetto per una pubblicazione di grande pregio editoriale (stampa su carta patinata con numerose fotografie a colori e rilegatura in brossura con sovracopertina a colori) che partendo dall'analisi dei vecchi mestieri porti ad evidenziare come nel corso dei secoli alcune tradizioni si sono conservate nel tempo mentre altre sonocomparse.

In questo si inserisce la festa medioevale che proponendo, con rigore storico, ricostruzioni di vecchi mestieri potrà favorire nel prossimo futuro la riscoperta di vecchie attività artigianali che potranno rappresentare nel progetto più ampio di sfruttamento turistico del centro storico di Teggiano, una occasione di lavoro per molti giovani.

Alla Tavola della Principessa Costanza

Programma 2022
Teggiano 11 - 12 - 13 Agosto 2022

 

·         Ore 17.00 Castello dei Sanseverino: partenza del Corteo Storico

·         Ore 17.30 Al Seggio: rievocazione storica del Consiglio Comunale del 1481

·         Ore 18.00 Palio dei Casali - Giostra dei Ceri tra i Casali appartenenti allo Stato di Diano nel 1480
(Comuni di Teggiano, San Pietro al Tanagro, Sant'Arsenio, San Rufo, Sassano e Monte San Giacomo)

·         Ore 18.30 Piazza dello Stato di Diano: apertura del Banco de Cambio

·         Ore 19.00 Apertura mercato: brocche e bicchieri in terracotta - sacchetti profumati - ricami artigianali - stuoie a telaio - ferro battuto - oggettistica artigianale - salumi e formaggi tipici

·         Ore 19.00 Spettacoli medioevali con danze e musici, sbandieratori, arcieri, balestrieri, trombonieri, giocolieri, compagnie d'armi, falconieri, cartomanti

·         Ore 20.00 Apertura Taverne - Degustazione di specialià medioevali - Visite guidate a tutti i monumenti del centro storico


A chiudere, fuochi d'artificio dal Castello.

Lungo tutti l'itinerario ricostruzioni di ambienti e figuranti in costume d'epoca.

 

Chiesa - Convento di San Francesco

La costruzione della Chiesa e dell'annesso Convento risale ai primissimi anni del XIV secolo, come attesta l'iscrizione posta sull'architrave del portale ,datato 1307. Il Convento è considerato, verso il 1340, appartenente alla custodia di Principatus dell'Ordine dei frati Minori Conventuali di San Francesco. Il Convento verrà soppresso con le leggi napoleoniche nel 1808.

La pianta segue uno schema "a fienile", molto diffuso nelle costruzioni dell'Ordine in area meridionale : ad aula rettangolare, coperta da tetto a capanna con l'abside a pianta quadrata un tempo coronata da volta a crociera. Nel 1745 un controsoffitto, dipinto dal De Martino , nascose le capriate, e le monofore poste in alto alle pareti laterali.

Di notevole interesse gli affreschi: Scene della vita di San Francesco, eseguiti da ignoto maestro nella prima metà del XIV secolo e Santi Francescani con San Michele Arcangelo, della seconda metà del XV secolo. Preziosi anche gli stalli del coro cinquecentesco e il chiostro con il pozzo centrale.

 

Il Castello dei Principi Sanseverino

Sorto in epoca normanna in seguito al processo di incastellamento degli antichi abitati in atti in tutta Europa, il Castello di Teggiano è fra i più importanti dell'Italia meridionale.

Nei primi anni del Quattrocento, quando Diano era stata incamerata nel demanio regio per la cacciata dei suoi feudatari, i Sanseverino, conti di Marsico, il Re di Napoli Ladislao di Durazzo dispose un primo restauro del Castello, ordinando che alle spese occorrenti contribuissero tutti i paesi del Vallo di Diano.

Un altro restauro è documentato nel 1417, disposto questa volta dai Sanseverino, ai quali si deve perciò l'ampliamento della costruzione che fece assumere al Castello quell'aspetto monumentale che notiamo ancora oggi.

Il Castello è citato nella storia del Regno di Napoli per due fatti memorabili avvenuti in esso:

- la Congiura dei Baroni contro il Re Ferdinando I° d'Aragona.
Nel 1485, sotto la guida del Principe Antonello Sanseverino, i Baroni della zona, stanchi di contribuire in maniera sempre crescente alle spese militari del Re, si ribellarono riunendosi a Diano.

- l'Assedio di Diano del 1497.
Nel secondo decennio il Castello fu restaurato da un altro dei suoi proprietari : il Marchese Giovanni Villani. Tale restauro è ricordato da una lapide posta all'ingresso principale.Al 1660 circa risale una descrizione fatta da uno storico teggianese, padre Luca Mannelli, il quale dice che la costruzione è circondata da "profondo e largo fosso sì che vi s'entra per due ponti, uno dei quali più vicino alla porta, nell'occorrenza si alza la notte. La fabbrica è molto larga e soda, con otto grandi torri, una delle quali è il maschio dell'antica fortezza di Ladislao, rinchiuso, mentre un'altrachiamata torre della lumaca, alta il doppio delle altre per iscoprire il nemico". Il Mannelli dice infine che il Castello di Diano è giudicato "inespugnabile".

 

Chiesa di Sant'Antuono

Antichissima chiesetta, eretta forse prima del XI secolo, è situata sul lato nord del centro storico, poco distante dalle mura del Castello. L'esterno modesto nelle sue linee strutturali, presenta il campanile incorporato nello spessore della facciata: sul lato destro è posto sul portale di accesso con l'architrave decorato da un delicato intreccio arboreo.

L'interno segue uno schema basilicale: una navata principale, di modeste dimensioni, affiancata un tempo da due navatelle divise da un ridotto colonnato. Una parte della navatella di destra fu demolita, nel 1958, per far posto alla strada.

In recenti lavori di restauro sono emersi sulle pareti interne un importantissimo ciclo di affreschi medioevali.

 

Museo delle Erbe

Il Museo delle Erbe con Viridarium, inaugurato nel giugno del '99, già rappresenta il punto di riferimento di numerose categorie sociali dai professionisti agli studenti, ai contadini, agli artigiani, alle massaie, ai ricercatori, agli studiosi, ai curiosi della Provincia di Salerno e della Regione Campania.

Situato in pieno centro storico accanto all'antico Convento della SS. Pietà, si sviluppa in diverse sezioni:

Etnobotanica (l'antica spezieria medievale, la medicina popolare, le erbe nell'uso domestico, le piante ed i legni dell'artigianato, le erbe della magia);

Medicine naturali, preparazioni farmaceutiche ed erboristeria;

Banca semi ed antico germoplasma delle zone interne della Provincia di Salerno.

Erbario naturale, classificazioni e carte floristiche;

Micologia;

Monitoraggio sulle emergenze floristiche del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano;

Le erbe, la didattica ed il mondo della scuola.

Museo delle Erbe - Viridairum - Piazza SS. Pietà - 84039 - Teggiano (SA)

Orario apertura: dal mercoledì al sabato ore 10.00-12.00/14.00-16.00 o per appuntamento

Direttore Scientifico: Dott. Nicola Di Novella

Info-line: 0975/79600 - 0975/72288

 

Chiesa - Convento della SS. Pietà

Attualmente la Chiesa è chiusa per restauri, tuttavia è possibile ammirare l'esterno, che presenta un bellissimo portico rinascimentale con tre archi poggiati su artistici capitelli attribuiti a Francesco da Sicignano.
La Chiesa col Convento annesso fu tenuta dal 1475 dai Frati Minori Osservanti di San Francesco.

Di notevole pregio il portale (1476), la porta della Chiesa e il Chiostro con affreschi della fine del cinquecento.

 

 

Chiesa di San Martino

Di epoca rinascimentale, quindi posteriore alle altre chiese di Teggiano, S. Martino ha subito nel corso dei secoli numerosi restauri; non ultimo quello successivo all'incendio del 1820, opera di Giovanni Carrano.

La pianta è basilicale, a tre navate separate da colonne monolitiche in pietra, senza transetto; dal presbiterio si accede all'abside, poligonale voltato a vela, attraverso un arco trionfale a tutto sesto poggiante su solidi pilastri.

L'accesso all'interno è dato attraverso un porticato a tre arcate a tutto sesto poggianti su colonne lisce; le volte sono a crociera.

Il portale principale, affiancato da due porte minori, pur non recando iscritta alcuna data, presenta forme decorative di epoca tardo-settecentesca; è formato da due pilastri poggianti su un piedistallo, ornati da due scudi gentilizi e sormontati da un architrave con fregio.

Le notizie storiche indicano S. Martino come parrocchia fino al 1940

 

Museo Diocesano - Chiesa di S. Pietro

La chiesa di San Pietro, sorta all'inizio del 1300, sulla parte più alta della città, si ritiene edificata sulle fondamenta del tempio di Esculapio ,dio della medicina. Sull'architrave del portale di ingresso si legge: "hanc portam fieri fecit magnificus doctor Ambrosinus Malavolta De Senis-Anno Domini 1476".

Una piccola gradinata immette nel portico di stile romanico,la cui arcata centrale è decorata da cinque rilievi marmorei che raffigurano immagini di profeti.Sui muri esterni della chiesa sono incastonati alcuni frammenti architettonici di epoca romana.

L'interno è a navata unica, e sul lato destro si aprono tre cappelle che conservano due tombe. La prima del 1401,interamente di stucco, accoglie la salma di Bartolomeo Franconi, valoroso guerriero dianense.

La seconda, in pietra locale, conserva le spoglie dell'arcidiacono Guglielmo Rossi, dianese, morto nel 1512.

Sulla parete sinistra, in una piccola nicchia, una MADONNA CON BAMBINO, dipinto della fine del XIV secolo.

Dal 1987, sconsacrata, è diventata sede del Museo Civico prima e del Museo Diocesano poi. Vi si conservano importanti reperti che vanno dall'epoca romana a quella rinascimentale.

 

Chiesa - Convento di Sant'Agostino

Fatta costruire come chiesa dell'annesso convento dei frati agostiniani, ha un portale d'ingresso su cui figura incisa la data 1370 e presenta uno schema iconografico ad aula, chiusa da un coro un tempo poligonale.

Più volte restaurata, la chiesa, fatta eccezione per il portale, non presenta testimonianze medioevali.

Del convento adiacente, sorto anch'esso nella seconda metà del XIV sec., è ben conservato il chiostro, decorato nelle volte da un ciclo di affreschi attribuiti al XVII sec., raffiguranti la vita di Sant'Agostino. Nell'interno della chiesa vi sono una grande statua di S. Agostino e due altari in pietra locale : l'altare maggiore e quello della Madonna del Buonconsiglio.

Molto importante è una tela raffigurante il supplizio di Santa Margherita.

 

Museo degli usi e delle tradizioni del Vallo di Diano

Il piccolo museo di Teggiano è uno scrigno di reperti, mantenuti vivi nella loro funzione originaria, dall'antico telaio per tessere la tela, tuttora funzionante e con la tela avviata, alla gromola per la canapa , ai dipanatoi, ai filatoi, agli aratri per buoi e per cavalli, alle lucerne, agli attrezzi per falciare, mietere, trebbiare, setacciare, lavorare il legno e per compiere tutte le funzioni che la vita contadina del luogo richiedeva.

Vi è anche un antico letto in ferro battuto, un cassone - armadio per granaglie e farina, trappole per topi molto antiche, vasi di ceramica e terracotta antichi, forbici per tosare le pecore, finimenti di cuoio e fotografie, tante antiche immagini, coi rudi progenitori in posa, nel loro portamento contegnoso e un poco forzato, nei panni semplici della povera gente di allora. E poi ci sono i ritratti, di chi stava bene, dei signori, coi vestiti di panno più leggero, delle donne giovani e delle bambine, timidamente civettuole.

Completano la raccolta oggetti, musiche, costumi e soprattutto la documentazione sui cicli di lavoro che esistono ancora oggi, come, ad esempio, la trasformazione del latte, la produzione del pane, vino, olio, e la coltivazione del lino, della canapa, della lana.

 

Chiesa di San Michele Arcangelo

È tra le chiese più antiche di Teggiano e si presenta all'esterno con il caratteristico portico di piccole dimensioni disposto non sulla facciata, bensì sul lato lungo.

Di antica data sono sia il campanile che il grande abside. Il presbiterio è rialzato, evidenziando maggiormente la presenza della CRIPTA, che è la parte più antica dell'intera costruzione. Interessanti sono i quattro rozzi e duri rilievi, colmi però di efficace espressione, raffiguranti i simboli degli "Evangelisti", databili intorno al 1270 e attribuiti a MELCHIORRE DI MONTALBANO.

Di notevole pregio artistico gli affreschi della cripta: sulla parete sinistra troviamo una Madonna in trono tra San Giovanni Battista e S. Venera, un vero documento storico databile al primo decennio del XV secolo. Sulle altre pareti affreschi e frammenti di essi raffiguranti ancora Santa Venera e altri Santi risalenti al XIII secolo.

 

Chiesa della SS. Annunziata

Chiesa angioina eretta nel XIV secolo, sorge nei pressi dell'antica porta omonima. L'ampia scalinata precede un portico con arcate a tutto sesto, rette da alte colonne monolitiche. Il portale è datato 1504.

L'interno si presenta a unica navata con, sulla destra, una navatella laterale delimitata da forti e basse colonne sormontate da capitelli larghi e schiacciati, decorati a fogliame e di gusto romanico, su cui scaricano tre archi e delle volte a vela che presentano affreschi rinascimentali.

Di notevole interesse artistico la grande, cinquecentesca pala dell'altare maggiore sulla quale nella cuspide è riprodotto il Martirio di S. Margherita, nel riquadro centrale l'Annunciazione, con a destra San Giuseppe e a sinistra San Giovanni Battista.

Pregevole anche una tavola dipinta del 500 che raffigura l'Annunciazione e che si trova sulla parete di destra dell'abside.

Sul portale di ingresso una Annunciazione in terracotta.
La chiesa faceva parte dell'antico Convento dei Frati Celestini.

 

Chiesa di Sant'Andrea

Sul proseguimento dell'antico tracciato del decumano che porta alla Porta dell'Annunziata, sorge la Chiesa di Sant'Andrea. La tradizione lega la sua nascita ad un antico tempio pagano. L'esterno mostra dei resti di epoca romana, un capitello di cultura lucana e, sotto l'arco, due metope ed un'ara con testa di vitello e don ghirlande di fiori. L'interno è caratterizzato da un impianto centrale ad unico vano coperto da una volta a vela.

Di notevole interesse artistico sono due tavole:
- Madonna con bambino in trono tra i SS. Nicola di Bari e Antonio da Padova, datata 1499, attribuita ad Angiolillo Arcuccio;
- Madonna delle grazie e i SS. Andrea Apostolo e Antonio da Padova, della prima metà del XVI secolo di Andrea Sabatini, detto Andrea da Salerno.

 

Il Seggio

Il loggiato che sorge all'incrocio del Cardo e del Decumano, dal 1450 è stato sede del Consiglio Comunale e vi si svolgevano, intorno ad un tavolo in pietra, le riunioni della Universitas medioevale.

 

 

Cattedrale di Santa Maria Maggiore

Sorta verso la fine del 1200, la chiesa ha subito nel corso dei secoli numerose trasformazioni. Nel Medio Evo l'ingresso principale era sulla piazza, preceduto da un porticato a tre archi, affiancato dal campanile, staccato, e con il Battistero di San Giovanni di fronte (questa struttura è tipica, basti pensare al duomo di Firenze o di Pisa).

Verso la metà del 1800 ci furono però tre avvenimenti importanti: il terremoto del 1858, la beatificazione di San Cono e l'essere diventata, Diano, sede di Diocesi. Nel realizzare i lavori dopo il terremoto, si colse l'occasione per ingrandire la chiesa, realizzando tutta la parte del transetto del presbiterio e della sacrestia, invertendo anche l'ingresso che dalla piazza fu spostato nel vicolo opposto.

Di pregevole fattura sono i due portali: quello principale ricco ed elaborato attribuito a Melchiorre nel XIII sec. e quello laterale del 1508.

All'interno:

- il pulpito (rarissimo esempio in Italia di scultura firmata ) scolpito da Melchiorre da Montalbano, datato 1271.Tutta l'opera, realizzata in pietra di Teggiano, su quattro colonne sormontate da quattro capitelli e da due archi trilobati, ha un significato allegorico: partendo dall'alto troviamo i simboli dei quattro evangelisti (Marco, Matteo, Giovanni e Luca), al di sotto, scolpiti nei triangoli, il cervo (raffigurante l'uomo non ancora convertito)poi il leone (raffigurante l'uomo forte e potente perchè cristiano) poi Mosè che indica Eva.Nella figura centrale il leone rappresenta la potenza della Chiesa che regge la colonna attorcigliata simboleggiante l'umanità e, al di sopra, l'eterna lotta tra il bene e il male con il guerriero (il bene) che con sforzo difende la lepre (l'uomo) dall'aquila (il male).

- la tomba di Stasio d'Heustasio, datata 1472 è retta da tre statue raffiguranti le virtù teologali (fede, speranza e carità). Nel corpo centrale una Madonna con bambino affiancata da angeli con a sinistra lo stemma dei d'Heustasio e a destra quello dei Sanseverino. Sul coperchio riposa Stasio vestito da guerriero con i piedi poggiati sul fedele cane.Stasio, però, era un guerriero e come tale morì chissà dove per cui non è stato mai sepolto in questa tomba che dal 1857, dopo che Diano divenne sede di Diocesi, conserva le spoglie del primo Vescovo di Teggiano Mons. Valentino Vignone.

- la tomba di Enrico Sanseverino è l'opera più raffinata di questa chiesa. Attribuita a Tino da Camaino e scolpita nel 1336, è molto simile a quella del Duca di Calabria e a quella della moglie Maria d'Angiò dello stesso autore che si trovano a destra dell'altare maggiore della chiesa di Santa Chiara di Napoli.
Tommaso Sanseverino, Gran Connestabile del Regno di Napoli, fondatore della Certosa di Padula e del Castello di Diano, volle per il figlio primogenito Enrico, morto giovanissimo nella Crociata a Gerusalemme, un sepolcro degno del suo rango.
Poggiata su tre colonne tortili raffigura, nella parte centrale, i dodici apostoli con ai bordi e sulle fasce centrali scritte in oro su fondo smaltato bleu e sul coperchio Enrico nelle vesti da crociato.
Nella parte superiore è raffigurata la presentazione di Enrico, inginocchiato e con la spada al fianco, alla Madonna con bambino, affiancata da angeli e da Sant'Enrico di Hoistoffen con in braccio un infante che simboleggia l'anima del morto.

- la tomba di Orso Malavolta, datata 1488, ricca e ricercata, è opera certamente di un artista venuto da fuori. Poggia su due alte cariatidi di epoca precedente che certamente reggevano un'altra tomba.
Sul coperchio la figura di Orso, senese e medico personale di Antonello Sanseverino, principe di Salerno. Il fatto che un medico senese si trovasse a Diano alla fine del XV sec. si spiega con il fatto che Antonella aveva sposato Costanza, la figlia del Duca di Urbino, e insieme alla moglie ha portato con sè dal centro Italia anche tutta una serie di persone come medici, notai, pittori, scultori ect.

- due angeli in legno dipinto del settecento, posti ai lati dell'altare maggiore.

- due tele dei primi anni del XVIII sec. raffiguranti una Madonna con San Cono e un Miracolo di San Cono.

 


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